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Memoriale all’Olocausto nella fabbrica di Schindler
Praga dichiara patrimonio culturale la struttura di Brnenec dove l’imprenditore nel 1944 riuscì a trasferire oltre mille ebrei: più vicina la realizzazione del progetto
Un memoriale nella fabbrica di Schindler
di STEFANO GIANTIN «Avrei potuto fare di più», diceva commosso l’Oskar Schindler di Steven Spielberg, alla fine del capolavoro cinematografico a lui dedicato. Si farà di più, per la memoria di Schindler e dei suoi salvati. Quella fabbrica, chiusa 12 anni fa, potrà ora trasformarsi in un grande museo ememorialeallaShoah.
Il“Giusto fra le nazioni” fece giungerenel campodilavoro moltepersone dallaPolonia spacciandoleper operai specializzati
di Stefano Giantin w BELGRADO «Avrei potuto fare di più», diceva commosso l’Oskar Schindler di Steven Spielberg, alla fine del capolavoro cinematografico a lui dedicato. Si farà di più, per la memoria di Schindler e dei suoi salvati. Lo si farà in Cechia, a Brnenec. Proprio lì, nel cuore di un villaggio incuneato tra le colline a cavallo tra Boemia e Moravia, sopravvive infatti la fabbrica dove Schindler riuscì a trasferire nel 1944 dalla Polonia mille e più ebrei sottraendoli alla deportazione, ai campi di sterminio e alla morte certa. Quella fabbrica, in profondo degrado dopo essere stata chiusa 12 anni fa, potrà ora trasformarsi in un grande museo e memoriale alla Shoah, sbloccando un progetto rimasto nel limbo per anni. Questo grazie alla concessione da parte del ministero della Cultura di Praga, arrivata l’altro ieri, dello «status di patrimonio culturale» all’area dell’ex stabilimento che durante la Seconda guerra fu il campo di lavoro di Brünnlitz, in realtà un’oasi di salvezza per gli ebrei di Schindler, ha specificato all’agenzia di stampa ceca Ctk la portavoce del dicastero, Simona Cigankova. Quello di porre sotto la tutela dello Stato l’ex fabbrica è un passo importante che ridarà slancio a un progetto della Fondazione per il Memoriale della Shoah e di Oskar Schindler, ha specificato la stampa praghese. E sarà proprio la Fondazione, da agosto proprietaria a tutti gli effetti dell’ex complesso industriale, la protagonista della resurrezione del complesso, da restaurare creandovi all’interno un memoriale dedicato all’Olocausto e alla figura di Schindler,con annessomuseo dedicato all’industriale e ai sopravvissuti. Nelle intenzioni del “Pamatnik Shoa A Oskara Schindlera v Brenenci” anche la ricostruzione delle torri di guardia, delle baracche dove dormivano i prigionieri-operai e dell’ospedale da campo. A tessere le fila del progetto è Jaroslav Novak, anima dell’iniziativa. Brnenec è «l’unico campo di concentramento preservato sul territorio ceco», precisa Novak al Piccolo. «Tutti hanno visto il film di Spielberg, potrebbe diventare il monumento ceco più famoso al mondo», continua l’artista e scrittore cinquantenne, nato come Schindler nella vicinissima Svitavy. E poi, fattore da non sottovalutare, quello di Brünnlitz è stato l’unico lager costruito per un fine positivo «da un nazista buono», ironizza Novak, ricordando la profonda trasformazione dell’industriale boemo, tedesco dei Sudeti, nato nel 1908 quando Svitavy era Zwittau, Austria-Ungheria, simpatizzante e sostenitore del nazismo fino al 1939, imprenditore senza scrupoli e poi salvatore di ebrei, riconosciuto dallo Yad Vashem “Giusto tra le nazioni” nel 1967, morto in semipovertà nel 1974. Il monumento-memoriale nelle intenzioni della Fondazione occuperà gran parte di quella che rappresentò l’ultima tappa del viaggio verso la salvezza dei 1.200 Schindlerjuden. Alla fine del 1944 Schindler li trasferì lì da Cracovia, spacciandoli per operai specializzati nella produzione dimunizioni. È un progetto ambizioso, quello di Novak, per il quale la sua Fondazione sta ora cercando di reperire fondi da Unione europea e associazioni ebraiche. Ne servono tanti, di soldi: dapprima per mettere in sicurezza il sito e gli edifici che cadono a pezzi, in seguito per bonificare il terreno inquinato da anni di produzione industriale. Altre risorse saranno poi necessarie per restaurare nei minimi dettagli la fabbrica d’epoca asburgica. Per ora, specifica il sito web della Fondazione, «si sta lavorando allo studio architettonico e urbanistico per la ricostruzione del campo e per l’erezione del memoriale», con l’obiettivo di aprire il museo al pubblico entro il 2019, il sogno di Novak. Novak che «ha lavorato a questo fine per vent’anni, ma solo ora la Fondazione ha ottenuto il controllo sul complesso e faremo del nostromeglio per preservare la fabbrica e riportarla allo stato originale del 1944-45», conferma al telefono Barbora Diabolova, una delle collaboratrici della Fondazione. «Dobbiamo però salvare gli edifici in rovina prima dell’inverno», una corsa contro il tempo per «evitare che vadano persi per sempre». Per tutto il resto serviranno «alcuni milioni di euro», tre-quattro secondo le stime iniziali, spiega Diabolova. «Molte organizzazioni hanno promesso sostegno » al memoriale dedicato a Schindler e all’Olocausto. Sostegno che, dopo l’assegnazione al complesso dello status di patrimonio culturale, forse ora comincerà ad essere assicurato. E con esso l’afflusso dei turisti, la speranza di tanti aBrnenec. Sul memoriale però continua a pesare la figura di Schindler, un eroe per i più,mafigura ancora divisiva in Cechia, «controversa perché fu anche membro del Partito nazista e dei servizi tedeschi», ha ricordato la Ctk. Parole che fanno il paio con quelle dell’intellettuale ceca Jitka Gruntova che, citata dal Guardian, ha definito Schindler «un traditore e un criminale di guerra», trasformato in eroe solo grazie a Hollywood. «Voleva solo salvare sé stesso», la dura accusa della Gruntova, autrice di un libro critico su Schindler, significativamente intitolato «Fatti e leggende ». E una leggenda sarebbe naturalmente l’eroismo di Schindler. Non la pensa così Novak. «Era un uomo buono, amava le donne, l’alcol e stare con gli amici». Certo, non si può cancellare il suo passato «nella Abwehr», l’intelligence militare né la sua «appartenenza all’Nsdap», il partito di Hitler. Ma è anche sicuro, chiosa Novak, che Schindler «salvò molte vite e che lo fece per la sua buona volontà. Sono nato anche io a Zwittau, con Schindler ho molto in comune: per me è come un fratello maggiore, nella cui coscienza, almomento decisivo, vinse il bene». ©RIPRODUZIONERISERVATA Il“Giusto fra le nazioni” fece giungerenel campodilavoro moltepersone dallaPolonia spacciandoleper operai specializzati Memoriale all’Olocausto nella fabbrica di Schindler Praga dichiara patrimonio culturale la struttura di Brnenec dove l’imprenditore nel 1944 riuscì a trasferire oltre mille ebrei: più vicina la realizzazione del progetto Una scena del celebre “Schindler’s List”, il film che Steven Spielberg diresse nel 1993 ‘‘lafondazione eilproposito Il sodalizio ora proprietario dell’area vuole anche ricostruire le torri di guardia, le baracche e l’ospedale. Partita la raccolta di fondi ‘‘SERVONO MILIONI Occorre innanzitutto bonificare il terreno inquinato.A 12 anni dalla chiusura l’edificio è in profondo degrado
Quella morte in semipovertà nel 1974
Nato nel 1908 e morto nel ’74, Oskar Schindler (foto) è stato un facoltoso imprenditore tedesco ed è famoso per aver salvato durante la seconda guerra mondiale oltre mille ebrei dallo sterminio, con il pretesto di impiegarli comepersonale necessario allo sforzo bellico nella sua fabbrica di oggetti smaltati. Alla fine della guerra emigrò in Argentina, da dove ritornò in Germania nel 1958 dopo avere fatto bancarotta: non riuscì mai più a risollevarsi dalla situazione di povertà. Il 18 luglio 1967, l’apposita commissione israeliana Yad Vashem ha deciso di riconoscere Oskar Schindler Giusto tra le nazioni; decisione confermata il 24 giugno 1993.
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